In questa sezione si potrà scaricare il giornalino in formato PDF e leggere direttamente on-line l'editoriale di Chiara Savelli.
Era su tutti i quotidiani locali qualche settimana fa: un anziano professore in pensione di 69 anni è stato trovato nella sua abitazione in corso Garibaldi a Forlì morto da circa 40 giorni.
Si può morire in pieno centro storico soli, senza nessun parente, amico, conoscente, vicino di casa che si accorga che non ci sei più. E’ successo a Forlì non a Londra o New York, nella bella provincia “dove si sta bene e i rapporti umani sono più autentici e prossimi”, solo per riprendere alcuni dei leitmotiv più ripetuti per elogiare la migliore qualità della vita di provincia rispetto a quella delle grandi città. Non è vero. La notizia è inquietante, la si può prendere alla larga interrogandosi sui servizi sociali, sulle varie reti di solidarietà ma la domanda vera, quella che dà fastidio è: e io cosa c’entro con un fatto così, con una solitudine così tremenda? Cosa c’entro con quell’uomo? E’ una cultura della responsabilità che deve nascere: la realtà che succede non è appena intorno a noi (come lo slogan di una famosa pubblicità), ma è occasione continua per domandarsene il significato ed essere protagonisti.
Questo lavoro è personale e non è in alcun modo delegabile alle istituzioni. Se pensassimo che lo Stato da solo può farsi carico di questa preoccupazione e risponderne saremmo pericolosamente fuori strada.
Le opere di volontariato – l’abbiamo detto tante volte su Solidarietà - nascono proprio per questo slancio, per continuare a guardare la realtà in modo adeguato affrontando i bisogni che manifestano i desideri di cui è fatto l’uomo, immaginando e creando strutture operative in cui chi vi si impegna tenta di dire una sola cosa: “io c’entro”.
Chiara Savelli