In questa sezione si potrà scaricare il giornalino in formato PDF e leggere direttamente on-line l'editoriale di Chiara Savelli.
Va scemando il clamore degli attentati di Parigi e mentre le potenze internazionali apprestano l'attacco allo Stato Islamico, in Europa procede il dibattito in cui autorevoli voi s'interrogano sul cambiamento che è chiesto alla nostra società e si chiedono "cosa sia andato storto", smascherando tutti i vulnus della nostra civiltà. Ci credevamo immortali come la canzone di Jovanotti, pensavamo che l'Occidente, dopo secoli di progresso, avesse consegnato alla nostra generazione un mondo libero da condizionamenti religiosi ed ideologici, promettendo a ciascuno l'autonomia e l'autodeterminazione assolute. Gli attentati di Parigi ci hanno ricordato che così non può essere, perchè la vita può finire al tavolo di un bar.
Riccardo Bonacina, su Vita, il magazine del no profit, ha scritto un bellissimo editoriale in cui si chiede, rispetto al mantra dell'attacco del nostro stile di vita e dei nostri valori: "ma quando parliamo dei nostri valori, di cosa parliamo?" Lottiamo per conservare questo nostro mondo fatto di un sistema di valori che ci arriva in eredità, però quando si scende a dettagliarli c'è subito un'onda di scetticismo attorno al mondo di preservarli, al sacrificio che ci è richiesto per difenderli. Si brancola tutto sommato nel buio, senza intravedere una strada chiara. E' tutta una litania di "bisognerebbe..." a cui si fa fatica a dare un seguito concreto. Quasi nulla convince. A meno che non si incappi in uomini che non solo parlino di speranza, amore, dialogo e fratellanza, ma li portino con la loro presenza e i loro gesti nella vita.
I valori non possono essere conservati come trofei di caccia imbalsamati. O prendono carne in qualcuno oppure diventano impalpabili e finiscono per non interessare più nessuno. Perchè non possono essere prescritti, nè trasmessi con il moralismo e la retorica, ma solo conosciuti dalla viva esperienza di coloro che li incarnano. Per difendere la libertà, non basta parlare di libertà, occorrono gesti liberi; per affermare il dialogo, non basta parlare di fratellanza, occorrono gesti fraterni, anche a rischio di se stessi. Solo il "vedere" i valori vissuti può suscitare in noi e negli altri la concreta aspirazione a essi e interrompere la catena dello scetticismo. Allora il problema è guardarsi intorno per vedere se ci sono e chi sono i testimoni dell'umano, da quale fonte giunge loro quello che vivono e trasmettono, per potersi legare ad essi e partecipare della loro esperienza, scoprirne il segreto. Questi testimoni ci sono, scoprire il loro segreto e lasciarsi attrarre da esso è l'augurio di questo Natale.
Chiara Savelli